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Foto e Video Film DCDM e DCP

Scritto 28 Ottobre 2020 | Aggiornato 11 Novembre 2023 | by Giuseppe

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Dalla pellicola al digitale

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La pellicola, inventata nel 1885, non entra più nelle sale cinematografiche, al suo posto un Hard Disk. Una rivoluzione importante per la storia del cinema avvenuta negli anni 2000 circa.
Per un certo periodo sono esistite sale che disponevano di un proiettore 35mm e contemporaneamente di uno digitale, ma con il passare degli anni la transizione è diventata definitiva.

Per legge i vecchi proiettori delle sale cinematografiche sono stati sostituiti da quelli digitali che al posto delle bobine di pellicola utilizzano degli hard disk contenenti il film in formato digitale il quale viene decodificato in immagini e suoni al momento della proiezione.

Le aziende che elaborano le copie dei film vengono definite con il termine “Laboratorio”. Passati da essere laboratori chimici, con il trattamento delle bobine in pellicola, a laboratori informatici, elaborando ormai tutto attraverso un computer. Queste producono i due formati di distribuzione cinematografica che sono il DCDM (Digital Cinema Distribution Master) e da quest’ultimo viene prodotto il formato DCP (Digital Cinema Package) consegnato poi alle sale cinematografiche.

Le specifiche standard di questi due formati sono definite dal DCI (Digital Cinema Initiative), un’organizzazione costituita dai sette studi cinematografici USA più importanti: The Walt Disney Company, Sony Pictures Entertainment, Metro Goldwyn Mayer, Paramount Pictures, Twentieth Century Fox, Universal Studios e Warner Bros. Pictures.

Con la proiezione in digitale siamo passati dallo scorrimento della pellicola sul proiettore, che veniva attraversata dalla luce, ad un flusso di dati che contengono l’immagine e il suono, perdendo un pò il fascino del rumoroso proiettore 35mm. Si è trattato di un cambiamento di natura tecnologica ed economica che grazie all’avanzamento tecnologico la definizione digitale ha raggiunto quella della pellicola grazie a risoluzione come il 4k e l’ 8k anche se in molte sale italiane i proiettori digitali sono nella grande maggioranza in 2k.

La pellicola comunque non è definitivamente morta, rimane ancora oggi un supporto valido e di alta qualità in grado di restituire colori e atmosfere non riproducibili dal digitale. viene però utilizzata solo per la fase di ripresa video, mentre tutto il processo successivo di post-produzione viene ormai eseguito esclusivamente al computer in maniera digitale.

Inoltre bisogna anche ricordare che per produrre un film in formato digitale il costo è molto ridotto rispetto ad una produzione con l’impiego di una macchina da presa a pellicola, oltre che velocizzare e snellire il trasporto delle bobine migliora anche la capienza dei magazzini.

Discorso a parte può essere fatto per il formato IMAX, un sistema di ripresa e proiezione basato su pellicola da 70mm, capace di aumentare notevolmente la risoluzione e rendere ancora più spettacolari le immagini di un film.
Il processo di lavorazione è molto costoso e le sale di proiezione per questo formato sono molto poche in tutto il mondo.



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Ha studiato informatica ed elettronica. Appassionato di tecnologia e fai da te. Combinandoli verrà fuori un bell'accrocco.


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