Scritto 26 Marzo 2019 | by Ivan
CAMBIO LAMA MACINACAFFÈ GIRMI VINTAGE
Se il vostro piccolo elettrodomestico ha quasi più di 50 anni di vita e continua a funzionare, perché buttarlo? Noi di Accrocchi preferiamo il riutilizzo piuttosto che l’acquisto totale. Sempre entro i limiti del possibile, s’intende.
Consapevole che questo macinacaffè ha superato i 50, pretendere il ricambio originale della lama è da pazzi, non c’è dubbio.
Da questo punto di vista gli elettrodomestici vecchi avevano una concezione molto piu “friendly” e davano spazio a riparazioni anche non ufficiali.
Ora se l’accessorio è a incastro è estremamente proprietario e non vi resta che pregare di trovare il pezzo. OLD BUT GOLD può essere la frase giusta per questo accrocco.
Quindi quando ti viene in mente un possibile adattamento di lame e al centro assistenza ti tarpano le ali per possibili tentativi di compatibilità prima ancora di avvicinarti al bancone dell’accettazione annunciandoti:
“mi spiace ho già visto cosa ha in mano, non abbiamo ricambi nemmeno in giacenza, arrivederci.”,
a me scattano due molle: la prima è rispondere “ma va’, davvero?” e questa molla l’ho soppressa per quieto vivere.
La seconda è quella della sfida.
In fondo è una cosa semplice: Una lama ad avvitamento in un perno.
In origine il perno e la lama sono un tutt’uno, ma non voglio imbattermi in calvari per ricostruire un pezzo unico.
C’è abbastanza spazio per accogliere fino ad 1 mm circa di acciaio e poter avvitare il tutto.
Prima di svitare la lama originale mi sono chiesto da che parte agire, visto che 40 anni di filettatura un po’ ossidata avrebbero potuto trarmi in inganno.
Nel caso ve lo chiedeste, se l’accessorio è ancora a vite c’è un modo semplice per capire il verso di svitamento, ovvero la direzione di rotazione del motorino.
In questo caso il macinacaffè lavora in senso antiorario. Conseguentemente l’accessorio si svita nella medesima direzione. Sembra scontato ma non lo è. A volte certi utensili potrebbero avere gli accessori progettati con la filettatura inversa. A quel punto rigenerare una filettatura sarebbe una gran rottura.
Ho decisamente optato per il pezzo più facile, quello già forato. In realtà in foto vedete il pezzo già parzialmente adattato. La lama deve essere non più lunga di 7 cm.
Ho usato un semplice disco di carta vetrata da 120, né troppo fine, né troppo grezzo.
ATTENZIONE! Tenete a mente il senso di rotazione non solo per svitare l’accessorio vecchio ma anche per creare le filettature della lama adattata sul lato giusto,, come illustrato nella foto a destra, ovvero contro il senso di rotazione. Altrimenti è fatica sprecata.
Dopo aver dato una soddisfacente affilata alle zone interessate, ho voluto piegare le estremità verso sopra un po’ come la lama originale.
Più che altro serve a stare il più possibile raso parete del bicchiere e non rischiare attriti. L’operazione però l’ho pensata tardi, senza calcolare l’abbondanza della curvatura sui 7 cm di ingombro della lama.
Il foro originario del pezzo utilizzato era comunque troppo piccolo per il perno del macinacaffè, quindi con una punta da 4 (o come in foto una comoda punta con i vari diametri) ho disposto sufficientemente la giusta larghezza.
Finalmente l’ultimo sforzo, inserimento lama e avvitamento del dado/ex-lama. Si potrebbe anche fare una piccola variante incollando con colla bicomponente epossidica il dado alla lama, giusto per ristabilire una condizione originaria del pezzo. Ma è opzionale, in quanto, sempre grazie al senso di rotazione inverso, le probabilità che il dado si sviti durante l’esercizio sono praticamente nulle.
Il risultato finale. In teoria la lama dovrebbe seguire il più possibile la sagoma interna del bicchiere, per ridurre al minimo i frammenti troppo grossi di ciò che si sta macinando.
Sarà per la prossima lama.